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2008-05-06

Stuprismi

Tocca parlare di cose serie. Rimugino questo post da qualche giorno, sempre riluttante a dargli forma. Il fatto è che odio la cronaca nera, specie quella a sfondo sessuale. Ma un paio di riflessioni si sono affacciate sul tema, così, proviamo.
Collegando diverse notizie relative a stupri commessi da immigrati (spesso rintracciate nelle brevi dei giornali), mi pare che stia prendendo piede un fenomeno inquietante: lo stupro di "razza". Nel senso che gli immigrati stupratori si avventano su prede a loro volta immigrate: africane, sudamericane, ecc. Forse hanno capito che lo stupro di un'italiana é controproducente in quanto accende riflettori mediatici e investigativi eccezionali, mentre a chi vuoi che freghi se hanno stuprato una congolese…Insomma, il continuo refrain mediatico e politico della sicurezza un primo effetto l'ha prodotto su questo versante, ma non di riduzione e di dissuasione, quanto di slittamento della violenza verso fasce ancora più deboli, su soggetti che non possono farsi scudo nemmeno della cittadinanza e di quella malintesa gerarchia (inconfessata in molti, sbandierata in alcuni) che vuole i "nativi" più degni (se non unici) detentori di diritti. Spero sia solo un'impressione, ma in ogni caso che tristezza.
E che orrore la vicenda austriaca del padre che ha segregato e violentato per 24 anni sua figlia, generando sette figli. Un filotto di aberrazioni difficile da immaginare: la violenza sessuale, con l'aggravante della segregazione, con il super-aggravante dell'incesto, con l'iper-aggravante della generazione di figli, con il "superiperstra-aggravante" della violenza sessuale su una delle figlie avute dalla figlia. Insomma, ha infilato come in uno spiedino tutti gli ultimi tabù ancora sopravvissuti in quest'Occidente senza Dio, come direbbe il Papa. Persino i media, di solito morbosi e spudorati, non ci hanno sguazzato come ci si sarebbe aspettato. Per esempio, hanno riportato poche notizie sulla condizione di salute dei figli nati dalla violenza, senza specificare se i problemi di cui pare soffrano siano frutto dell'incesto o delle condizioni di prigionia in cui hanno vissuto. Sarebbe stato importante saperlo. Dall'alba dei tempi si sostiene che i figli nati da incesto abbiano seri problemi di salute, forse una leggenda utile a rafforzare il tabù. Oddio, possono mai essere sani, nello spirito quantomeno, figli nati da eventi così orribili?
Tra l'altro, fortuna ha voluto che non sia nato un bimbo dagli abusi dell'aguzzino su una figlia della figlia (cioè una figlia/nipote). Di fronte a cosa ci troveremmo? Un figlio/pronipote? E' un tale assurdo di natura, che il linguaggio umano - che pure riesce a immaginare e descrivere il Paradiso (Dante docet) o a trovare parole per ogni sfumatura della realtà - non sa contemplarlo. Perché contrasta la linearità della successione generazionale, violenta il tempo strozzandolo in un nodo, rinnega alla radice il movente della procreazione: l'arricchimento del proprio patrimonio genetico con quello altrui. Invece un dna che si arriccia, si incista in un tale scempio, non può che essere sanzionato dalla Natura con la malattia. Dunque i media sono stati "reticenti" sull'unica notizia che andava sbandierata: la natura ha leggi che non permette a nessuno di violare, nemmeno a quel suo figlio degenere che è l'uomo.

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