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2008-03-11

Shampismi della politica

Molto da dire oggi, o poco, dipende dai gusti.
Iniziamo: De Mita. Dal rischio di non vederlo in lista al rischio di eleggerne due: dopo Ciriaco capolista, il figlio Giuseppe è numero cinque per l'Udc. Ma lo scompiscio è l'accusa di Gerardo Bianco, vecchio democristiano di rito avelliniano: "Ciriaco De Mita ha posto un veto su di me e su altri". Niente elezioni per Bianco e suoi pupilli. E' proprio il caso di dire (a De Mita): chi di veto perisce, di veto ferisce.
A proposito di motti invertiti: c'è chi razzolerebbe bene, ma il guaio è che predica male. L'ennesimo governatore americano (democratico o repubblicano, poco importa), campione echetelodicoafare della moralizzazione dei costumi, beccato ad usufruire dei servizi di professioniste del sesso hi-level (4.300 dollari per due ore! E' ancora prostituzione, a queste cifre, o è performance di body-art a domicilio?). Ora, era proprio il caso, sapendo di avere determinati gusti, ergersi a paladino dei buoni costumi? Ed era proprio necessario presentarsi alla stampa con la solita scenetta delle lacrime agli occhi, della moglie contrita ma solidale, dell'inchino alla morale vilmente tradita? Altro che Obama: il vero cambiamento lo avremo il giorno in cui l'ennesimo democratico o repubblicano si presenterà alla stampa con la prostituta del caso affianco e dirà "Guardatela. Chiedo l'assoluzione perché di fronte ad una maggiorata fisica divento un minorato psichico. Una difesa un po' commedia all'italiana di De Sica…o alla francese di Sarkozy.
Sempre America. Apprendo da Repubblica, in un articolo dedicato all'attivismo delle parrocchie per Obama, che negli Stati Uniti una legge prevede che le Chiese siano esentate dalle imposte a patto che non facciano politica, in caso contrario perdono l'esenzione. Ecco, una legge del genere la mettiamo in programma, subito dopo il conflitto d'interesse…vero, Veltroni? "Uozz america…ahò!"
A proposito di "ahò": Gasparri. Il sosia di Marcorè ha etichettato come "shampiste" le candidate del PD. Immagino si lavi i capelli a casa. Fossi in lui non metterei mai più il capo tra le mani di una donna, dal parrucchiere. In ogni caso, visto il livello del tipo, è strano che non abbia dato alle donne del PD delle massaggiatrici "max serietà no perditempo". Sarà andato a lezione di stile da Ciarrapico. Mitico vecchio Ciarra, busti di marmo e faccia di bronzo, si è dichiarato fedele alla Repubblica. Già lo vedo, appena distolto il microfono, aggiungere "…di Salò". Tié. Ne ho conosciuti tanti come lui, nella mia antica militanza a destra: per loro il fascio era solo il ricordo di gioventù, e tenevano il testone sulla scrivania come, che so, Gad Lerner porta ancora le polacchine Clarks. Tutto normale.
Ciò che non è normale invece sono i risarcimenti decisi dai giudici iraniani per le donne che subiscono un divorzio: ad una donna son stati accordati 8.100 libri della sua passione, la poesia iraniana (costo 50.000 euro), ad un'altra 124.000 rose rosse (costo stimato 124.000 euro). Mentre a Mastella la moglie è costata la fine del partito e della carriera politica, secondo suo cognato. Il marito della sorella della moglie di Mastella, anche lui parlamentare, sostiene che per accontentare lo sfizio di fare politica di una moglie ambiziosa ma non all'altezza, Mastella ha piantato il primo chiodo sulla sua bara. L'ex ministro non ha risposto, forse temeva di dover comprare un po' di rose.
Non basteranno le rose né il pane a risarcire le vittime dello scandaloso G8 a Genova. Tutte le vetrine sfasciate del mondo non giustificano sequestri, violenze e torture da parte dei rappresentanti dello Stato. A proposito, quell'Italia che gonfia il petto per la moratoria sulla pena di morte è la stessa che risulta inadempiente sulla normativa per il reato di tortura. Ecco il terzo punto da mettere nel programma, vero Veltroni? Dimmelo: oui, Ken.

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