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2008-02-15

L'Aldilà senza Dio

In quale momento si presenta alla coscienza dell’uomo l’idea che vi sia qualcosa di ultraterreno?
“Circa novantamila anni fa, con le prime sepolture. Il cadavere messo in posizione accovacciata, gli oggetti e gli alimenti posti accanto rivelano di una sopravvivenza dopo la morte.”
L’Aldilà precede dunque il Divino?
“La coscienza della Divinità apparirà più tardi, nel Neolitico, quando l’uomo fabbrica le prime statue che sono la Dea madre e il Toro.”
Da “Il sacro ieri e oggi”, intervista a Julien Ries, teologo e storico, Repubblica di ieri.

Interessante, no? Siamo soliti pensare all’Aldilà come lo “spazio” per eccellenza del Divino (positivo o negativo che sia), il Regno in cui finalmente “saremo ammessi a godere la luce del suo volto”, e non riusciamo a concepire l’assenza di nesso tra Dio da una parte, e morte e “oltretomba” dall’altra. Mentre gli uomini primitivi immaginavano una vita oltre la morte senza sentire il bisogno di insediarvi “padroni”, “fabbricati” qualche tempo dopo. Doveva essere qualcosa che non riusciamo più a concepire, il mistero della morte nudo e crudo, senza la foglia di fico di qualche scampolo di fede o filosofia. “Dove è ora lui?” Riuscite a porvi la domanda senza darvi subito una risposta mediata da pensiero/fede/cultura? Impossibile, vero? Quale meraviglia abbiamo perso. Forse riusciamo a ritrovarla per brevi momenti quando, nel mentre di un grave lutto, una vertigine ci coglie e manda in cortocircuito lo schema di pensiero che di solito ci caratterizza, e di fronte al cadavere dalle note sembianze eppure già diverso, ci sale la domanda “Dove è ora lui?” con l’assoluta, semplice, disarmata “curiosità” di un bambino stupefatto dalla scomparsa del coniglio dal cilindro del mago.
Le stesse divinità “successive” erano per l’uomo primitivo naturalmente connesse al mondo dei fenomeni fisici: il sole, il vento, il fulmine, la notte, il fuoco, la terra, elementi naturali e “materiali” nelle cause e negli effetti. Interessante dunque immaginare un Dio che è anch’esso di “questo” mondo, seppur obbediente a leggi diverse dal resto e sconosciute ai mortali, mentre l’Aldilà é un luogo “altro” disabitato o almeno sconosciuto a tutti, divinità comprese. Del resto, il concetto di un Dio estremamente ultraterreno e “siderale” appartiene perlopiù alle cosiddette religioni del Libro (ebraismo, cristianesimo, islam) seppure con considerevoli variazioni. Già per i Greci, le divinità erano esseri dotati di un corpo idealizzato ma assolutamente reale, non soggetti a malattie ma passibili di essere feriti, capaci di accoppiarsi coi mortali e generare figli. E nonostante un segno della divinità consistesse nell’immortalità, poteva capitare che qualche dio morisse, come Pan, figlio di Ermes e Penelope, nel “De Defectu oraculorum” di Plutarco.
Insomma, dimentichiamo troppo spesso che altre concezioni, anche molto interessanti, esistevano prima di quelle nostre che ci sembrano “connaturate” e valide da sempre e per sempre. È un po’ il risultato della “vittoria” storica dei monoteismi, che se da una parte hanno portato nuova linfa e ricchezza al bisogno di sacro dell’uomo, altra ne hanno sostituita. Verrebbe da dire: “Quanti mondi, ci siamo persi…”

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Quello che mi chiedo sempre io è:se dal cristianesimo in poi i defunti sono ammessi in paradiso o in quant'altro,oggi sarebbe un posto affollatissimo.E quando verrà il nostro turno potremmo parlare conGaribaldi o Dante o Jhon Lennon?E tutti quelli che non credono in Dio che fine fanno?Per me la soluzione più rassicurante e giusta(in senso di giustizia)è la reincarnazione.(ex.ab.)

Luigi Viscido ha detto...

:)
Per il Cristianesimo la faccenda è un attimo più complicata perché la questione dell'anima dopo la morte è dibattuta. In realtà, secondo il cattolicesimo i morti muoiono, e restano in attesa di risorgere in carne nell'Ultimo Giorno...“Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.“ Anche se nel Nuovo Testamento ci sono delle assunzioni in Cielo: Cristo dice al ladrone buono che sarà nel Regno dei Cieli con Lui...poi c'è l'Assunzione della Madonna, e Paolo di Tarso crede che anche lui ascenderà al cielo dopo la morte...insomma, diciamo che il problema di spazio si porrebbe alla resurrezione "in carne"... :)
Per me la soluzione più rassicurante e giusta (in senso di giustizia) è semplicemente sparire dopo la morte. Non essere più, semplicemente. Nessun giudizio, nessun dolore o piacere, e soprattutto nessuna reincarnazione: ma ti immagini, tornare a fare le scuole dall'asilo?! :)

Anonimo ha detto...

La giustizia della "mia"reincarnazione sta nel fatto che puoi rinascere nella condizione opposta a quella che hai vissuto.Per esempio mi piacerebbe che chi è stato paralitico rinasca gazzella o atleta dei 100m;chi è stato ricco rinasca povero;chi è stato torero rinasca toro;chi è stato pigro rinasca cinese;chi è stato Luigi Viscido rinasca Brad Pitt:):):) Insomma dovrebbe essere l'oppurtunità di vivere la vita nei suoi tanti aspetti xchè una è troppo poca.(ex.ab.)

Anonimo ha detto...

Ah!!!Dimenticavo la reincarnazione più"giusta":CHE L'UOMO RINASCA DONNA!!!!!(ex.ab.)

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