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2008-01-28

Cosa può fare un gatto nero...

Sabato ho fatto una cosa di cui non mi credevo capace: alla vista di un gatto nero che mi attraversava la strada, ho inchiodato l’auto e fatto marcia indietro, andando poi per altre strade. Ho già abbastanza guai, ho pensato, e giù una serie di citazioni a mente, da “non è vero ma ci credo” di De Filippo alla necessità della scommessa di Pascal (sull’esistenza di Dio per il filosofo francese, sull’esistenza della Sfiga per me). La cosa strana è che ho una gatta nera a casa, che mi taglia la strada centinaia di volte al giorno. Ma forse lì il Male è addomesticato, e reso bendisposto da scatolette di leccornie (vecchia furbizia umana, nutrire il Metafisico). Anzi, si spera che valga la credenza contraria che possedere un gatto nero porti fortuna. L’incredulità nasce dunque dal fatto che sia valso in strada ciò che non vale a casa. Non quindi aver avuto un comportamento superstizioso, perché a modo mio (moderatamente) lo sono. Addirittura produco credenze in proprio. Per esempio, l’ultima in ordine di tempo è l’accendere il telefonino solo dopo aver superato un certo tombino sotto casa (col risultato che spesso dimentico di accenderlo). Ma mi capita pure d’avere sensazioni per le quali in strada è più fortunato questo percorso di quello, girare un ostacolo di qua piuttosto che di là, ecc. Del resto, l’aspetto apotropaico della vita m’incuriosisce molto e ne faccio addirittura un movente per la mia arte (anche se con risultati che mi lasciano perplesso).
Vecchio problema, la convivenza del Bene e del Male nel mondo, la teologia addirittura ne ha fatto una branca del suo sapere, con la teodicea. Negli uomini comuni come me, perduta ormai la fede nel fatto che il Bene ti venga come automatico risultato di un’adesione ad una precettistica più o meno religiosa (vecchio problema da Giobbe in poi), perduto pure per fortuna il convincimento che il Male sia una punizione divina (di quale colpa si sarebbero macchiati i bambini che soffrono?), si è fatta strada la convinzione che viviamo in un mondo dove il Bene e il Male sembrano obbedire a regole che ci sfuggono. Ecco perciò che insieme a pratiche razionalissime (l’igiene, per es.) obbediamo e confidiamo in pratiche sulla cui fondatezza abbiamo smesso da tempo di ragionare: perché abbiamo il sospetto che tutto non si esaurisca nella razionalità, così pure nella morale di una Chiesa che non è meno ostile della Scienza con il tema del Magico. Stretto tra i due vasi di ferro, il vaso di coccio del magico si presta a rituali “fai da te”, dal semplice aggiramento di un gatto nero fino alle credenze spesso in salsa truffaldina delle sette e dei maghi.
In ogni caso, al fondo c’è sempre l’eterna credenza che il Bene venga da un sacrificio (rendere sacro). E’ l’ultimo argine di “senso” alla pura casualità, al tiro di dadi, alla roulette russa. L’uomo è incapace di accettare l’idea che tutto sia insensato, e il Male ti coglie come un cacciatore che spara nel mucchio ad uno stormo d’anatre, o che la Fortuna sia cieca. Se il Male ci punta, tentiamo di sviarlo offrendo ad esso altro bersaglio (e tanti sarebbero gli esempi, dal capro espiatorio alle statuine egizie poste nella tomba affinché fossero loro a lavorare i campi nell’Aldilà al posto del padrone defunto). Se il Bene non trova la nostra porta di casa, mettiamo esche che l’attirino (dai talismani, ai cibi). Ma non sacrifichiamo nulla all’Insensato, né capre, né frutta, né cera, perché esso non obbedisce per definizione a delle regole, per quanto occulte (ci sarebbe sempre qualche “alchimista” che riterrebbe d’averle svelate). E dove non c’è Regola, non c’è Uomo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

direttamente dal sito del Gatto Nero: titolo CHE SFIGA!!!Oggi sabato 26 gennaio 2008 ho incontrato sfortunatamente sul mio tranquillo e placido cammino quell'impunito di Luigi Viscido in macchina, noto a tutto il mondo felino, come l'uomo più negato alla guida, detto anche "uomo sfiga".A suo vantaggio c'è solo questo elemento:è il padrone della gatta più gnocca del paese.(ex.ab.)

Luigi Viscido ha detto...

Devo ricordare i tuoi esordi alla guida? La tua insicurezza, la tua fragilità, aggravata già dal tuo essere di Montecorvino? Vuoi che ricordi i nervi tesi di Michele, la sua faccia bianca dopo ogni viaggio (e io lì a dire: Michele, però è brava in cucina, sposala lo stesso...)?
:)
E poi dovreste ringraziarmi: essendo la mia l'auto più parcheggiata dell'anno, rendo le vostre vite molto più sicure (ma non salvo dai matrimoni, ovvio).

Anonimo ha detto...

solo gli ignoranti possono credere a queste stupide credenze.

ho adottato due gattini neri (abbandonati da essere umani deficienti) che mi hanno portato gioia e fortuna

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