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2008-01-26

4+ Il mondo in un'ora

Rientro, in questo pomeriggio assolato e tiepido, dal pranzo settimanale a casa di mio fratello a Bellizzi, lungo viale Vicinanza che ad un certo punto sembra entrare in aperta campagna, cosa tipica di alcune periferie in cui convivono senza soluzione di continuità campi coltivati a finocchi e palazzoni. Lungo la strada resa deserta da un'umanità intenta nelle case alla pennica postprandiale, noto un anziano che ciondola sul bordo, e mi soffermo a pensare che è un sacco di tempo che non passo qualche "ora vuota" come da ragazzo.
Non che mi manchi tutt'oggi qualche ora libera, ma tendo sempre a riempirla: la pittura, internet, anche un libro. Ma una "ora vuota" è qualcosa di diverso e di più di una "ora libera": è quando non ti poni niente da fare, niente da pensare, niente da raggiungere o realizzare, e girovaghi in strada lasciando che il mondo ti invada. Così, in un tempo immediatamente dilatato dalla mancanza di scopo, ti perdi ad osservare le cose. Da ragazzo poteva essere una fila di formiche che sale sull'albero, lo strano disegno che fa una toppa di asfalto nella strada, il ferrovecchio buttato dietro a un cespuglio.
Ma non è "ora vuota" se non deliberatamente privata della presenza umana, ammessa solo per rimbalzo, per conseguenza, per rimasuglio. E' un dolce far niente che per un'ora auspica e crede un mondo disabitato ma non depurato della presenza dell'uomo. Purché ridotta solo a segni, risultanze, di una civiltà che finalmente tace affinché parli appieno la natura, e non solo con la voce possente di un campo aperto, ma anche col sussurro appena accennato di un cocciuto ciuffo d'erba nella breccia di un marciapiede, di un muro di mattoni che rivela la sua natura di argilla, il brecciolino in strada che pare mostrarti in un sol colpo l'irriducibile diversità di ogni forma esistente.
E così capita di pensare, filosofare, e poetare versi perlopiù incompiuti e inconcludenti che, spenta la trance della "ora vuota", ti sembrano insopportabilmente bucolici. Ma una "ora vuota" è anche questo: non produce niente, non ti lascia niente, come la mattina un sogno che non ricordi più. Eppure sai che la notte hai sognato, abitante per un'ora di un mondo parallelo che non ammette residenti, solo viandanti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma quanto sei poeta!!!comunque la mia "ora vuota"è leggere i tuoi post.:) (ex.ab.)

Luigi Viscido ha detto...

La tua allora non è una "ora vuota", è una "ora persa"... :P

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