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2007-12-28

Porgi l'altra scopa

La notizia e ancor più le immagini dei preti che si prendono a ramazzate nella Basilica della Natività, per "sconfinamenti" durante le pulizie post Natale, mi fa semplicemente scompisciare. A vederli, sembrano ultrà di Napoli e Bergamo incrociatisi in un autogrill (con tanto di poliziotti feriti), se non fosse che, nella nuvola da fumetto della rissa, ogni tanto salta fuori qualche santa barba bianca. Niente male per seguaci dell’uomo che ebbe a dire: “Ama il tuo nemico”.
Lo so, è un’ironia facile, addirittura mi è venuta la battuta ”porgi l’altra scopa” (ne farò il titolo del post). Ma solo il riso credo ci possa salvare, o almeno renderci meno insopportabile, la miseria di una condizione umana condannata all’ipocrisia. Non intesa in senso negativo, cioè mossa da un’intenzione ingannevole. L’ipocrisia, nell’accezione più neutra possibile, è semplicemente la distanza tra i valori che si propagandano (e spesso in cui si crede fermamente) e l’effettiva aderenza ad essi della propria pratica (la vecchia dicotomia teoria/prassi). E quanto più i valori sono “alti”, stringenti, radicali, tanto più l’ipocrisia è clamorosa, e risibile. In questo senso, attendo ancora un bambino che, indicando il Papa, gridi: “Il Cristo è ricco”.
Più passa il tempo è più temo abbia ragione Nietzsche, che riteneva la morale e il Cristianesimo contrari alla natura umana (la santa menzogna ha (…) inventato la morale come negazione di ogni decorso naturale). Non siamo costituzionalmente costruiti, per il messaggio di Cristo. E oserei dire per ogni morale che differisca dalla legge della giungla. Il resto è il giardinetto più o meno fiorito, più o meno consolatorio, dell’ipocrisia, vero e proprio “rifugio peccatorum”. Che io stia diventando nazista? No, tutt’altro, nella vita mi sento più protetto dalla “morale degli schiavi” (sempre il vecchio Fried). E poi, credo nel “doverci provare”. Un bicchiere ha l’obbligo di aspirare ad essere botte, a darle e a prenderle...

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