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2007-12-20

Il Natalometro

Si sente aria di Natale quest’anno? Che dite? È sorprendente come ad ogni dicembre si tiri fuori dalla polvere della cantina, oltre all’albero e al presepe, il natalometro, che dovrebbe misurare l’“aria di Natale”. Concetto che tutti capiamo, anche se nessuno sarebbe in grado di spiegarlo compiutamente. Per quanto mi riguarda, sospetto non voglia significare solo “aria di festa”, ma quella “serenità interiore” che ci porta a vivere pienamente la gioia, spirito della festività cristiana per eccellenza. E qui casca l’asino. Perché è difficile essere sereni. Da adulti, intendo. Da bambini invece, è più facile, perciò ogni nuovo Natale perde la sfida alla gara del natalometro coi Natali del passato. Secondo la teoria del mio amico Eraldo, tutto finisce quando finisci di andare a scuola. Opinione abbastanza condivisibile. Ma temo che non sia perché finisce la scuola, bensì perché finisce l’innocenza.
Così tutti a dire: non c’è più il Natale di una volta. Del resto, la nostalgia di un passato mitico è insita nell’uomo. Stasera, su Retecapri, hanno trasmesso un film con Aldo Fabrizi che faceva il tranviere. Anni 50 al massimo. Ebbene, durante una gara di bellezza - a cui partecipava la giovane figlia - che consisteva nel fare la pasta a mano (cavolo, quanta acqua e farina è passata sotto i ponti…), c’erano a lato due vecchiette che così commentavano: “Ai miei tempi al posto loro avrei già finito” e l’altra “si, ma è anche che non ci sono più le uova di una volta…”. Insomma, nostalgia canaglia. E memoria selettiva, canaglia. Perché gli scienziati e il buon senso ce lo spiegano. Normalmente ricordiamo solo le cose positive. Se a questo aggiungiamo un presente non dei migliori, ecco realizzata la trappola che ci rovina ogni anno il Natale.

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