Gentile Repubblica,
sei il mio quotidiano preferito, ti compro devotamente ogni giorno, ma colgo l’occasione del blog e di un buco di fantasia nella dura “opra” di forgiare il post giornaliero, per dirti quanto tengo in gola da qualche tempo: “Catastrofe” è per me il terremoto di Messina nel 1908, non l'incendio di una dozzina di colline in California, “Stangata” è il crollo di Wall Street nel ‘29, non qualche aumento di luce e gas, “Strage” è l’eccidio delle Fosse Ardeatine, non tre persone investite da una macchina…e così via. Non metterci l’ansia pure tu. Ma soprattutto: basta metterci a giorno dei menù consumati durante incontri e vertici da politici, attori, e vippanza varia, magari infiocchettate in leziose cornicette. 'Ste notiziole lasciamole a Gente (e mi meraviglia che ci sia cascato persino il grande Antonello Caporale il 24 febbraio 2007).
Ora, poiché tu m’insegni che una delle poche armi in possesso del Davide consumatore come me, contro i Golia “multitutto” come te, è un atteggiamento “critico” nel consumo, ti avverto: ad ogni pubblicazione di qualsiasi menù non strettamente attinente alla gastronomia, il giorno successivo non provvederò ad acquistare copia del quotidiano.
Affezionatissimo
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2007-11-09
Lettera aperta (e semiseria) a Repubblica
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2 commenti:
Che dire!Dylan Dog o meglio ...Topolino?
Occorre rivalutare Penthouse...