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2009-01-19

La strana par-condicio del vescovo di Torino

Ancora su preti e laicità: ieri è uscita su la Repubblica una breve intervista al vescovo di Torino, Severino Poletto, riguardo l'opportunità o meno di costruire moschee nelle città italiane. Confesso che alcuni passaggi mi hanno lasciato perplesso, al punto da aspettare stamani e verificare sul numero odierno di Repubblica un'eventuale rettifica, prima di scriverne. Rettifica non pervenuta, per cui apro la riflessione riportando interamente il passo "incriminato":

(... ) E infatti il cardinale spiega che "ogni comunità ha il diritto di avere dei luoghi in cui ritrovarsi per pregare. Ma un conto è trovare dei saloni, delle sedi da adibire alla preghiera. Un altro è renderle visibili nel panorama delle nostre città, facendo sorgere i minareti di fianco ai campanili." In realtà i minareti e i campanili convivono più o meno pacificamente in molte città del mondo. Come mai in Italia questo non dovrebbe essere possibile? Poletto risponde che "a Torino l'85% della popolazione è battezzata. Il peso della comunità cattolica e della sua tradizione è tale da rendere oggi inopportuna la presenza di minareti in città. Dove invece le comunità cristiane sono in minoranza è naturale che i campanili convivano di fianco alle grandi moschee."

Ho letto questo pezzo una decina di volte, nel timore di non essere capace di coglierne la logica e fraintendere. Il resto dell'articolo non aiutava a fugare i dubbi, perché passava a raccogliere i commenti di alcuni politici.
La mia lettura del passaggio citato è questa: se la minoranza è musulmana in una comunità a maggioranza cristiana, la minoranza si scordi le moschee e si accontenti di saloni per pregare, mentre se la minoranza è cristiana in un contesto a maggioranza musulmana, "è naturale che i campanili convivano di fianco alle grandi moschee". Sono io a travisare l'intervista o siamo di fronte ad uno strano strabismo?

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Vescovo, a mio giudizio, ha torto poichè laddove i cristiani si trovino in minoranza rispetto ad una stragrande maggioranza musulmana...ogni loro diritto confessionale in quei paesi viene vessato...ed è vietato persino recar con sè simboli cristiani, crocifissi e santini...altro che paesaggi idilliaci con campanili e minareti.


Silarus

Anonimo ha detto...

macche' campanili, in arabia saudita ti sbattono dentro anche se soltanto ti trovano una bibbia in un cassetto ! pero' vogliono venir qua a comandare...

Luigi Viscido ha detto...

Guardate che se invertite, nella frase, musulmano con cattolico e minareti con campanili, avrete una frase che starebbe bene a qualche Imam arabo...
Se in Arabia i cristiani vengono vessati la risposta giusta è vessare i musulmani in Italia? La legge del taglione non l'avevamo superata, con Cristo (e con la democrazia)?

Anonimo ha detto...

La legge del taglione non rientra nelle nostre consuetudini giuridiche. E' giusto che i musulmani possano riunirsi e professare nei luoghi di culto...onde preservare le proprie tradizioni e la propria identità religiosa....tuttavia ritengo che le cose vadano fatte con equilibrio e misura...senza pretendenre giacobinisticamente di mettere da parte crocifissi dagli edifici pubblici e divellere consuetudini "autoctone" al fine di non "urtare"la loro sensibilità spirituale .....Sarebbe un errore marchiano.

Silarus

Luigi Viscido ha detto...

Mi trovi sostanzialmente d'accordo, Silarus, piccole sfumature ci dividono.
Paradossalmente (ma nemmeno tanto) a difendere i crocefissi in aula sono stati molti musulmani...Il tema credo non sia questa o quella religione, quanto la presenza e il ruolo del discorso religioso in uno stato laico, cioè che riconosce pari dignità ad ogni credo ma anche al non-credo.
Per quel che riguada le consuetudini "autoctone", avrei qualcosa da ridire. Siamo pieni di contaminazioni che nemmeno ce ne rendiamo più conto, e a volte l'idea che abbiamo di noi è solo dettato da...consuetudini, appunto.
E poi, sia detto senza offesa, sembra che il cristianesimo (ma forse è meglio dire i cristianesimi, ce ne sono almeno di cinque tipi, in contrasto tra loro su credenze spesso fondamentali!) sia un fenomeno da sempre e per sempre. Prima di Cristo c'era il paganesimo, c'era Giove (e prima di Giove c'era l'animismo, e prima dell'animismo ecc ecc), e mica i cristiani hanno rispettato le consuetudini "autoctone". Hanno fatto proselitismo, hanno convertito e il loro messaggio, più forte, più adatto ai tempi, ha vinto. C'è il darwinismo anche per le idee, sai? :)

Anonimo ha detto...

Quindi, darwinisticamente parlando, sul nostro orizzonte spirerebbe il vento dell'islamizzazione? In tutta sincerità, una prospettiva del genere non genera grande entusiasmo...almeno per quanto mi riguarda

Silarus

Luigi Viscido ha detto...

Beh, darwinisticamente parlando, se l'Islam risponderà ai bisogni dell'uomo nel nostro tempo, vincerà. Come ha vinto il cristianesimo 2000 anni fa. Del resto, anche il cristianesimo come lo intendiamo oggi è frutto di una selezione tra i cristianesimi esistenti nei primi secoli dopo Cristo, molto diversi tra di loro e in aperta guerra (il concetto di eresia non è mica recente, è stato uno dei primi nati nelle correnti di pensiero cristiane!)

In ogni caso ti tranquillizzerei, non vedo tutta sta voglia di religione integrale nel decadente mondo occidentale...persino un cristianesimo molto blando come il nostro non è che viva un buon momento: le chiese sono vuote, divorzio, aborto e morale sessuale non-riproduttiva fanno parte del senso comune e credo anche le unioni civili e il testamento biologico...non vedo tutti sti aspiranti integralisti.

Io francamente spero spiri un vento di laicità che consegni la religione ad un discorso privato, se possibile definitivamente. In altre parole, spero che la divisione tra Stato e Chiesa arrivi nell'Islam, piuttosto il contrario, con un Vaticano tentato a risaldare Stato e Chiesa.

Vedi Silarus, a me non interessa quale religione domina. Non è una questione che il cristianesimo é buono e l'islam é cattivo (quanto ne sappiamo davvero dell'Islam, poi? Non giudichiamo loro dalla tv, come loro giudicano i cristiani da Al Jazeera? Io per esempio ho grande ammirazione per i principi etici che guidano la finanza islamica...).
A me interessa che nessuna religione domini. Io non sopporto chi crede di avere la Verità, e peggio ancora non sopporto chi ritiene che la sua Verità valga per tutti, e a tutti vada imposta. Che poi questa Verità si chiami Dio, Allah, Proletariato, Nazione Ariana, cambia poco.

Basta avere un attimo uno sguardo aperto e storico per capire che nella storia dell'uomo, mai l'ieri è stato uguale al domani, e niente è per sempre, meno che mai Dio, Cristo, Buddha, ecc ecc.

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