C’è chi mette in dubbio la volontà di Eluana: mancherebbe la «piena consapevolezza».
«Come si fa a dubitare di un padre che sembra persona seria e preoccupata? Come si può pensare che tiri in ballo una fandonia? Mi sembra così pregiudiziale tutto questo».
Secondo lei, le cure a Eluana configurano accanimento terapeutico?
«La questione di fondo è proprio se dopo tanti anni sia opportuno interrompere cure che sono un accanirsi sul corpo di una ragazza in coma irreversibile. Io credo di sì e che si debba lasciare agli interessati libertà di decidere in modo sereno».
Anche di interrompere l’alimentazione artificiale?
«La mia opinione è che la nutrizione forzata vada considerata come cura. Se non nella sostanza, almeno nella forma: viene erogata con tubicini, attraverso espedienti.Èun’operazione non naturalema collegata a interventi medici, solo grazie ai quali Eluana vive. Attardarsi dietro la distinzione tra terapia e alimentazione mi sembra, se non un sofisma, spaccare il capello in quattro».
Monsignor Giuseppe Casale, ex arcivescovo di Foggia in un'intervista all'Unità di oggi.
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2008-11-16
Eluana, qualche voce diversa nella Chiesa
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