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2008-10-31

L'opposizione dei no e i no all'opposizione: il mitico Follini

Più seguo le gesta di Marco Follini e più mi appassiono alle sue battaglie da noto “spaccatore di capello”. Indimenticabile nel suo far venire la bile a Silvio Berlusconi quando era segretario dell’Udc, il mitico Follini non ha perso nulla delle sue abilità nel travaso al Pd.

Ha messo al microscopio il capello della manifestazione del suo partito al Circo Massimo, ha molto analizzato, anche rimuginato, e poi ha deciso: lui era contrario. Non si fa opposizione nelle piazze. Di ieri poi la notizia che Veltroni vuole lanciare un referendum contro la riforma Gelmini. Il topo di laboratorio Follini ha rimesso il camice e di nuovo ha decretato: lui è contrario. Non si fa opposizione usando i referendum. Ovviamente è contrario anche a cavalcare la protesta degli studenti.

Ora, vorremmo capire dal dott. Follini come intende lui portare avanti un’azione di opposizione. Le manifestazioni di piazza no. La raccolta di firme per un referendum, nemmeno. Le proteste della società civile meno che mai. Quali strumenti sono rimasti al PD? In Parlamento, il partito ha numeri così esigui che l’unica battaglia che può fare è quella dei missiletti di carta. Magari si può fare un’opposizione televisiva. Ma recenti dati dimostrano che tg e trasmissioni tv danno voce all’opposizione come una sottiletta in mezzo a un triplo strato di pane di Casa della Libertà. Internet? No, il mitico Follini non arriva a tanto, nemmeno lo pensa, lui è contrario pure al populismo telematico alla Beppe Grillo. Cosa resta? Lo sciopero degli aperitivi alla buvette di Montecitorio? Ma poi non è che fa troppo Radicali di Marco Pannella?

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