Gli opposti imbecilli (con annesso fotografo)

Ecco, tutto visto e già previsto. La protesta che parte pacifica, poi gli opposti estremismi che ne approfittano, gli ultrà di tutto il mondo che si uniscono menandosi a vicenda, il fotografo che scatta la foto simbolo e la rilancia nel sistema circolatorio della Nazione che sono i mass-media (e che qualche blogger riprende prestandosi al meccanismo...) il Potere che gongola perché può criminalizzare la protesta di fronte ad un Paese già spaventato di suo (pare già di sentire la famosa casalinga di Voghera: “ci mancano solo gli scontri di piazza dei capelloni”). Tutto visto e già previsto.

L'auspicio di Cossiga manco ha bisogno dell’intervento velato di chissà quali servizi segreti per realizzarsi. Basta che si saldino vent’anni di cultura Ultrà di “menator di mani” senza causa (perché nessuno mi convincerà mai che la Roma o il Milan o il Napoli siano davvero una bandiera per la quale rischiare di uccidere e morire), con quarant’anni di causa persa della Rivoluzione (comunista o fascista poco importa).
Una miscela di elementi che non riescono a comprendere una semplice lezione che viene dalla storia: nelle democrazie, appena usi la violenza per difendere le tue ragioni, sei immediatamente nel torto. Ma forse la difesa delle proprie ragioni è l’ultimo dei problemi, qui. É adolescenza pura, anche nei tanti che sono rimasti alla loro giovinezza degli anni 70, e gli adolescenti non ascoltano padri o nonni. Se solo ascoltassero Gandhi...