Il mitico Cavaliere – in veste, anzi in tuta di patron del Milan - ha dichiarato: “Voglio derby, scudetto e coppa Uefa”. Ma come, l’alfiere dell’Italianità, il difensore dei beni nazionali dall’invasione straniera, non fa nemmeno un accenno alla Coppa Italia? E va bene che magari nella sua magnanimità il Cavaliere avrà voluto lasciare qualcosa anche agli altri, ma proprio il trofeo che il porta il nome della Nazione (notare la maiuscola)?
Ci saremmo aspettati da Berlusconi uno scatto di reni patriottico, come quando ha fatto fallire la trattativa con AirFrance per l’Alitalia brandendo il tricolore. Il Giovanni d’Arcore avrebbe potuto fare una dichiarazione rivoluzionaria, del tipo: “Primo obiettivo, la Coppa Italia”. Restituendole il prestigio di qualche secolo fa, quando la squadra da battere era il Pro Patria, e rendendo di nuovo me orgoglioso delle quattro coppe vinte dal Torino, come quando da bambino, per consolarmi dei pochi scudetti, ai tanti juventini, milanisti, interisti che mi sovrastavano in campionati vinti, facevo notare: eh, ma il Torino ha vinto quattro coppe Italia, quelle segnate col cerchietto tricolore sulla bandiera. Che poi finì come logo sui costumi della Sprint, e forse da lì iniziò il declino della Coppa Italia.
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2008-09-23
Una cordata per la Coppa Italia
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