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2008-07-08

L’eterno paesello dei pedigree

Eccola lì, puntuale a fare lo screening, a passare allo scanner la nuova segretaria dello studio medico: “Mi sembra di conoscerti. A chi appartieni?”. L’implacabile signora di mezza età chiede il pedigree alla ragazza, che balbetta nomi e cognomi. La signora tituba, strano che i dati appena ottenuti non le dicano niente, ci deve essere un errore nella segretaria, che si accorge della situazione e quasi si scusa che i suoi genitori siano ignoti al Kgb. Come tutti i collezionisti di pedigree, la signora non ha mica di fronte un essere umano dalle determinate conformazioni morfologiche né magari un misto di pregi e difetti, ma un intreccio, un viluppo d’incroci di dna, di rami genealogici che, una volta individuati, le daranno come risultato l’onniscienza sulla persona indagata.
Accortasi del colpo a vuoto, Pedigreetor fa un giro di 360 gradi della sala d’aspetto e punta il mirino su tutti gli astanti della sala d’aspetto (per fortuna non debbo sembrarle molto propenso allo scambio d’opinioni), finché non individua una bimba con la nonna: “Assomiglia più al padre o alla madre?” Che di certo conoscerà, ci scommetto, di persona o almeno come cugini delle sorelle dei nipoti della cognata di Tizio Caio. Tranne se sono parenti della segretaria, ovviamente, che per lei non deve essere di qui, non di questo paesello dove tutti s’illudono di conoscere tutti, senza capire che il paesello nel frattempo è diventata città, e l’anonimato quotidianità.

1 commenti:

Marco ha detto...

Rievochi ricordi della mia infanzia :) anche nel paesello dove abitavo prima era così, ma la cosa più sconvolgente è che tutti erano parenti di tutti!!!

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