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2008-05-19

Non sono stato io!

Capita la fortuna di non dover aspettare il solito quarto d'ora per usufruire dell'ascensore, in questo palazzo alveare che ospita il mio ufficio. Mi precipito ad aprire la portiera, sono più veloce a spingere il pulsante di discesa che ad annusare l'aria della cabina: un olezzo tremendo, come se qualcuno l'avesse appena fatta. Indago nello stretto spazio, ipotizzo cani incontinenti, ma non ci sono tracce di feci, l'unica spiegazione è quella di una potente scia lasciata dal mio predecessore, un secondo prima che malauguratamente vi entrassi.
Finisco di fare il detective e avvampo di vergogna alla sopraggiunta idea di poter incrociare il mio successore. Crederà che sia stato io! E' la stessa vergogna che mi coglie ad entrare in una toilette di un luogo pubblico familiare (l'ufficio, il pub preferito) e trovare il vaso sporco di residui altrui. Pure se devo fare semplicemente pipì e potrei infischiarmene, distogliere naso e sguardo ad evitare il fastidio, finisco per pulirlo. Per un senso di cura di un ambiente che consideri "tuo" innanzi tutto, ma non solo: se per la puzza non si può fare niente e una sfortunata sequenza temporale farà in modo che sia addebitata a te in chiunque entrerà dopo, che costui almeno non ti creda capace di quell'insopportabile forma di maleducazione che è tenere e lasciare una toilette in disordine. Certo, la buona sorte può concedere che nessuno entri per un po', dando tempo al cattivo odore di disperdersi e a te di non lasciare memoria della permanenza, ma in quest'ascensore di un palazzo che ha la densità abitativa delle Vele di Napoli, come si fa?
La fortuna non può premiare due volte. E, infatti, non lo fa. Una donna di mezza età, a prima vista sconosciuta e dunque ospite di passaggio, attende al piano terra. Apro, sottecchi cerco conferma all'ipotesi di un'estranea, faccio finta di niente, accennare al problema sarebbe la più classica "exusatio non petita". Proseguo per la mia strada, nemmeno mi volto, potrei rischiare di fare la faccia della colpa, tipica di quando si ha consapevolezza (e timore!) di non poter o saper difendere la propria innocenza. Cerco di consolarmi con l'idea che la signora non era la donna della mia vita, né il vicino di casa o d'ufficio, né un cliente, e nemmeno il maestro delle elementari, ma insomma, sempre figura di merda è.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi chiedo come mai non sia stato ancora inventato l'art.X della legge Y del decreto XY che"VIETI ASSOLUTAMENTE DI EMETTERE ARIA,O PEGGIO,GAS DI PROVENIENZA NATURALE ALL'INTERNO DI LUOGHI CHIUSI O DIFFICILMENTE ARIEGGIABILI"per l'incolumità dell'immagine e della persona.(ex.ab.)

Luigi Viscido ha detto...

Diciamo che sarebbe incostituzionale in quanto violerebbe il principio di "libero Peto in libero Stato".
Ma si potrebbe pensare a una legge che obblighi ad attrezzare ogni ascensore con maschere antigas, per attacchi chimico-batteriologici di Al Qaeda o alternativamente per attacchi di pancia...Ne parlerò con il Berlusca il giorno in cui dovessi rimanere bloccato in ascensore con lui... :)

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