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2008-03-06

L'aglio uccide il vampiro...o lo eccita?!

Da diversi anni sembra essere aumentato l'interesse per le virtù terapeutiche dei cibi. Direi per due ordini di motivi: è cresciuta l’attenzione per la “linea”, e si è fatto strada il desiderio di un approccio preventivo e non solo curativo alla salute. Per cui sono entrati nel senso comune non solo la formula classica "meno carne - più frutta e verdura" ma anche l’uso dei "nutriceutici", vale a dire i cibi arricchiti (con omega3, vitamine, bifidi vari e chi ne ha più ne metta). Del resto, le industrie sono state le prime ad accorgersi ed approfittare del nuovo approccio. Insieme con ciò, è cresciuto un interesse quasi da fitoterapisti, da erboristi, riguardo alle virtù di taluni cibi.
Confesso, io sono uno "fitoterapico", molto incuriosito seppur poco conseguente. Non mi perdo nessun articolo sul tema: i legumi hanno questo di bello, le noci quell'altro, ma mi tengo aggiornato su tutto lo spettro dei cibi umani, spingendomi fino alle virtù nutritive degli insetti (ma al momento l'unico legame che ho con essi è con le zanzare: condividiamo di solito un giornale, seppur da opposti lati). Inutile dire quanto poi tutto il mio arrabattato sapere eviti di incarnarsi in comportamenti ed abitudini coerenti. Per un semplice motivo: ogni cibo ha cose buone e cose cattive, e a starci troppo dietro si entra in un’algebra estenuante. Ciò non toglie che ogni tanto mi sottopongo ad esperimenti alimentari. Il più semplice è stato sostituire lo zucchero col miele, il più difficile rinunciare ai formaggi. Tuttavia, costato ciò che gli esperti non si stancano di ripeterci: non esistono cibi curativi, è un’illusione pensare che si sta meglio semplicemente mangiando un cibo piuttosto che un altro (al netto d’allergie e intolleranze).
Nessun esperimento mi ha fatto toccare con mano un “prima” e un “dopo”. Qualche sensazione, ma nulla più. Finché non ho sperimentato l’aglio. Non mi dilungo sul toccasana che da sempre l’aglio rappresenta nella sapienza popolare. La scienza ci dice che aiuta a fluidificare il sangue e perciò la circolazione, scioglie il muco ed è espettorante, aiuta a purificare e migliorare le funzioni dell’intestino, ecc. ecc. Inoltre, pare che sia diuretico ed afrodisiaco…ed accidenti, è vero. Me ne accorgo subito appena mi sottopongo alla “settimana d’aglio”, in cui ogni sera, prima di andare a letto, sminuzzo finemente uno spicchio d’aglio e lo ingoio con l’aiuto di un bicchiere d’acqua. Ebbene, già la sera stessa mi sembra di andare più spesso in bagno e già dal giorno successivo ho un po’ di smania sensuale…evidente. Al punto che li considero quasi “effetti collaterali” da sopportare per godere dei vantaggi espettoranti (tendo ad avere problemi alle vie aeree). Che potrebbero essere, a loro volta, effetti collaterali per quanti cercano una spinta “erotica”. Ma come tutti i medicinali, anche l’aglio ha modalità d’uso, riassumibili tutte in un unico imperativo: assumere lontano dalle persone.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Fossi in te mi terrei il raffreddore per non peggiorare una vita sociale già di per sè compromessa:):)(ex.ab.)

Luigi Viscido ha detto...

É proprio il discorso che ho fatto, ma al contrario! Visto che ho una vita sociale compromessa, tanto vale curarmi il raffreddore! ;)

Anonimo ha detto...

Hai letto sul blog dietetico il rimedio del vecchio brodo di pollo col peperoncino?(ex.ab.)

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