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2008-01-24

3+ Diamo a Nino quel che è di Nino

Non mi sarei mai aspettato che un giorno avrei parzialmente riabilitato Nino D’Angelo. No, non l’ultimo, quello che fa della buona world music in salsa napoletana. Proprio il “caschetto d’oro”, il Nino D’Angelo di “Nu jeans e na maglietta”. Specie alcuni suoi film. Sarà certo nostalgia personale per gli anni 80, che mi sembrano oggi spensierati e felici, sarà per la presenza di Cannavale e Bombolo, due attori che hanno raccolto meno di quanto meritassero, fatto sta che negli ultimi tempi fermo il telecomando su qualche film di Nino D’Angelo, che non manca mai sulle emittenti locali (come quelli di Totò, del resto).
Visti col senno di poi, i film sono onesto intrattenimento, girati con cinquecentomila lire e qualche buono-pranzo, senza pretese e ambizioni e fanfare di rifare la commedia all’italiana come i cine-panettoni dai budget produttivi milionari e dai budget creativi in bancarotta. E Nino D’Angelo è sempre autoironico nei film, si sente che non si considera più di un ragazzo normale che ha avuto la fortuna di svangare la vita facendo un bel mestiere, a differenza di un Gigi D’Alessio che si atteggia a star mondiale, si fa rifare il look metro-chic dai consulenti delle major, e risciacqua i testi delle canzoni nell’Arno. E pensare che Nino D’Angelo qualche arietta potrebbe anche darsela, magari giusto fino a Latina. Perché come mi spiegava un attento osservatore della musica napoletana, il ragazzo dal caschetto biondo è stato una figura importante per la musica popolare napoletana, una specie di Beatles che ha resuscitato un panorama partenopeo agonizzante nei cascami della sceneggiata, tutta “contrabbandieri” e “Napoli spara”. Nino D’Angelo ha portato una ventata di freschezza e modernità parlando di ragazzi normali alle prese con l’amore, con le ragazze, con la voglia di divertirsi come andavano facendo nello stesso periodo i coetanei europei, senza delitti d’onore e guapparia. Ovviamente trovandosi a Napoli e non a Londra, con tutto quel che ne consegue. Però insomma.
Pure musicalmente, sarei curioso di riascoltare i suoi pezzi rifatti senza quel tipico canto lagnoso napoletano (a "fronn e limon", come dice il mio amico Eraldo), con testi in italiano e arrangiamenti adeguati. Avremmo qualche sorpresa. Certo, quel caschetto biondo non glielo perdonerò mai.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Di questo passo, tra qualche decennio, rivaluterai anche Gigi D'Alessio come è stato fatto con i film sexy anni '70.A me personalmente fa venire l'orticaria solo sentirlo nominare.(ex.ab.)

Luigi Viscido ha detto...

Che hai contro i film sexy anni 70?! :) Si, il rischio di rivalutare Gigi D'Alessio c'è...perché domani forse rimpiangeremo anche questi anni che oggi ci sembrano brutti...speriamo di no!

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