Un Natale sottosopra

Noto che quest’anno, in fatto d’addobbi natalizi, va di moda l’albero di Natale rovesciato, appeso al soffitto o mantenuto da un piedistallo dissimulato. Pare che la moda sia partita dagli Stati Uniti. Idea carina, e straniante, se non fosse per i significati che sottende.
Chissà se coloro i quali hanno lanciato la moda sapevano che storicamente il rovesciamento del simbolo, specie se sacro, è la via maestra della sua dissacrazione. Non a caso è uno dei modi in cui nel satanismo si bestemmia il Cristo (due per tutti: il crocefisso a testa in giù e le preghiere dette al contrario), e non a caso il “sottosopra” è una forte immagine di dissacrazione, dal Medioevo fino a piazzale Loreto, nonostante San Pietro, che volle essere crocefisso al contrario poiché non degno di morire come Cristo (e da lì tutta la teoria che vuole la Chiesa fondata da Pietro come la Chiesa dell’Anticristo). È il vivere a “testa in giù” che ha condannato il pipistrello alla lugubre associazione col diabolico. Solo negli Arcani dei Tarocchi l’Appeso ha un valore positivo, per quanto indichi in ogni caso una rivoluzione.
Sono certo che molti, alla vista dell’albero di Natale appeso al soffitto, hanno avuto un moto allo stomaco, senza sapere esattamente perché. I motivi stanno nel fatto che i simboli sono un linguaggio che spesso abbiamo dimenticato, ma che é dentro di noi aldilà delle epoche. Per Guenon, i simboli sono il linguaggio del Divino, che ci rendono parzialmente accessibile una verità altrimenti inconcepibile, perché comunicano non a livello “razionale” ma ”emotivo”. Forse perciò, di fronte agli alberi di Natale capovolti che spopolano nei negozi, il cervello ci porta a sorridere, mentre lo stomaco si volge leggermente “sottosopra”.