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2007-11-26

Babbo Spencer

Che in giro ci sia una gran voglia di “menar le mani” e di “giustizieri spicci” l’ha rilevato pure quel sismografo sensibile ma starato che è la pubblicità. Perdipiù, quella dedicata ad un prodotto natalizio. Ma si sa, a Natale amiamo pensarci più buoni e la pubblicità ci sguazza, perché da sempre ama il rosa (senza ottimismo non c’è consumo).
Dunque occorreva un capolavoro per coniugare il senso d’incertezza della società con le stelle, la neve, i bambini e i nonni, elementi fondamentali del presepe natalizio tv. E la quadratura del cerchio (quasi in senso letterale) l’ha realizzata la Melegatti nel nuovo spot, richiamando in servizio (ma direi in vita, dall’oltretomba dei nostri ricordi) quel giustiziere “rosa” di Bud Spencer. Perfetto nel ruolo sia del quadrato che del cerchio, physique du role per un Babbo Natale pronto a mulinare le pale contro due birbaccioni che vogliono rubare il panettone alla famigliola.
Ma il sismografo della pubblicità ha colto anche l’altra onda sismica, più sotterranea, della realtà italiana: il perdonismo. Così i birbaccioni, lungi dall’essere puniti da una scossa di pistola Taser, si beccano giusto un paio di scapaccioni e la coercizione a respirare la traspirazione che si immagina abbondante sotto le ascelle di un Babbo Natale che li tiene per il collo. In tal modo il cerchio si chiude: delinquenti si, ma da “poveri figli”. Giustiziere si, ma da “bravo padre”. In Italia anche i pubblicitari “tengono famiglia”.

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