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2007-11-30

Antidoping a Benigni

Ciò che m’impressiona di Benigni è la sua capacità di tenere la scena senza cedimenti per due ore, parlando a razzo manco fosse Claudio Cecchetto, e ricordare ogni battuta del testo preparato, da mescolare ad improvvisazioni che di solito, nei meno bravi, producono la controindicazione di perdere il filo del discorso. Il tutto senza trucchi scenici che possano frammentare la performance in pezzi più brevi e gestibili.
Ci sono attori, anche bravi, che in vita loro non hanno mai voluto fare teatro proprio per l’impegno mnemonico che comporta. Quando sei sulla scena, non puoi fermare la macchina da presa e ricominciare, come nel cinema. Sei lì, carne viva in mezzo a carne viva, perdipiù pagante. E da te si aspettano almeno che ricordi ciò che devi dire. Perciò Benigni è straordinario, perché dietro alla sua performance ti accorgi che c’è uno sforzo mostruoso, anche fisico, e credo davvero al racconto della mia amica Lucia, che ha vissuto il backstage dello spettacolo di Benigni ad Eboli mesi fa, secondo cui l’attore toscano rientra dal suo spettacolo distrutto e con diversi chili in meno. É un atleta del linguaggio, dell’affabulazione, del racconto, aldilà del contenuto. Dovrebbero fargli l’antidoping!

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