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2009-01-01

La Predica e la Razzola

Una delle mie citazioni preferite è quella di Jean Cocteau: “Non esiste l’amore, esistono solo prove d’amore”. La trovo condivisibile, nello specifico. Ma credo abbia una capacità di valenza più estesa. Si parla in questi giorni di questione morale e rinnovamento della politica, ecco, si potrebbe dire: “Non esiste l’onestà, esistono solo prove di onestà”. Così pure: “Non esiste il rinnovamento, esistono solo prove di rinnovamento”. Si potrebbe addirittura sostenere che la citazione di Cocteau sta bene con tutto, come il nero.

In realtà, ciò che la citazione del grande autore francese denuncia è la discrepanza tra ciò che chiamerò Predica e ciò che chiamerò Razzola, in onore di quell’antico detto “predica bene e razzola male”. Nello specifico della citazione, per Cocteau ha valore solo la Razzola. Non apro un convegno sul tema, occorrerebbero anni di dissertazione. Interpreto a modo mio la cosa così: la Predica è ciò che vorremmo essere, e la Razzola è ciò che siamo. A volte le cose coincidono, il più delle volte no e ciò che le tiene insieme senza renderci schizofrenici va sotto il nome di ipocrisia. Perlopiù manifestamente condannata, come nel caso dei politici, mentre capita che qualche ipocrisia sia universalmente accettata, come il curioso fenomeno del Capo della Chiesa del Povero per eccellenza, Cristo, che vive come un Faraone nella Reggia del Vaticano.

Dalla citazione di Cocteau emerge, in maniera speculare, la completa disillusione verso la Predica. Ma che stanno ancora a dirci, i Governi, la favoletta dei Diritti Universali dell’Uomo, se gran parte del mondo ancora è in condizioni di bisogno e schiavitù, proprio a causa dei Governi? Che stanno ancora a dirci, le Religioni, la favoletta dell’Imperativo dell’Amore se esse per prime non lo rispettano e avallano guerre interne ed esterne, verbali e materiali? E che stiamo ancora a dirci noi stessi, la favoletta che smetteremo di fumare o di imbrogliare o di maltrattare parenti e colleghi, se poi lo sappiamo bene che non sarà così.

Delle due l’una, dunque: o è sbagliata la Predica o è sbagliata la Razzola. Di solito la colpa viene data alla Razzola: si ritiene l’uomo all’altezza della Predica (del resto, l’ha pensata lui), ma debole e colpevole perciò nella Razzola. Forse sarebbe ora di ribaltare i termini: non è l’uomo imperfetto, ma la sua Predica. Del resto, sono migliaia di anni che sapremmo cosa fare, nella nostra vita, dai 10 comandamenti in poi, e tuttavia miliardi di uomini, milioni di generazioni si sono succedute incapaci di esserne all’altezza.

Dal mio discorso allora potete capire l’insofferenza sempre maggiore per ogni Alta Predica, pure per quelle condivisibili in toto e che vengono da pulpiti rispettabili. Nel mio piccolo inizio anch’io, con questo post oggi, nel giorno per eccellenza, quel Capodanno che ispira buoni propositi e auspici per l’anno che verrà. Oggi non esprimerò nessuna Predica (ciò che vorremmo essere), prenderò solo atto che il 2009 sarà e sarò come sempre, e quei pensieri e atti che gli altri ed io stesso riterremo virtuosi, come pure quei pensieri e atti che gli altri e io stesso riterremo viziosi, non saranno frutto di una consapevole aderenza a, o di una consapevole distanza da, una Predica, bensì la realizzazione piena e pienamente frutta dell’eterna, umana Razzola...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bell'articolo, davvero, non commento per niente altrimenti verrebbe fuori un post più lungo del tuo articolo :) Bella giggi!

Luigi Viscido ha detto...

Grande, fratello! Ti stimo!

:)

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