Più passano gli anni e più prendo il freddo come un'offesa personale. É come se ogni mattina, aprendo le imposte, ci fosse un tipo giù in strada che alla mia comparsa gridasse: "Luigi...prrrrr". E poiché non è che all'inverno puoi tirare un vaso di gerani in testa, devo tacere, beccarmi la pernacchia e al massimo, confortarmi che ogni giorno trascorso avvicina l'estate.
Non so perché, eppure adesso faccio una vita maggiormente "al chiuso" rispetto a quando frequentavo l'università, per esempio, senza tornare troppo indietro all'infanzia, durante la quale il freddo non mi impediva certo di giocare eterne partitelle a pallone, che solo all'idea di una sudataccia a queste temperature, oggi, mi ubriaco a Bronchenolo.
Sarà un'alimentazione sbagliata? Lo scarso moto? Sarà l'età? Sai com'è, il capello bianco, le maniglie dell'amore...e il freddo nelle ossa! In questo senso allora, stento a immaginare come prenderò l'inevitabile inverno quando sarò (più?) anziano...a meno che il corpo non mi stia preparando a una pensione a Cuba...allora si!
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2009-01-08
E lo chiamano inverno
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