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2008-12-23

Il profumo del Principe e la puzzetta di cavolo di Totò

Pare sia stato realizzato il profumo di Antonio De Curtis. Ricreato dall'ultima boccetta di profumo usato in vita dal Principe. Una roba che a leggerla sembra la riesumazione del Dna dei dinosauri in Jurassic Park.

Ora, urge liberarmi di un rospo che ho dentro da un bel po', ma prima devo fare una premessa: io sono un totoista perso. Persissimo. Conosco i film a memoria e non smetto di vederli ogni volta che capita. Credo Totò un dono di Dio all'Umanità. Voglio essere seppellito con una copia di “La banda degli Onesti” nella bara. Detto questo, il Principe Antonio De Curtis, per come l'ho potuto conoscere dalle cronache, mi è sempre stato un po’ antipatico. Quell'accanimento nella ricerca e nella rivendicazione di nobili origini (tra l'altro, sempre un po' incerte), quell'albagia che traspare dai racconti di chi l'ha frequentato nel quotidiano, me lo rimpiccioliscono fino all'indifferenza.

Non mi interessa. Antonio De Curtis non mi ha mai interessato. Fosse pure stato il migliore degli uomini. Per me esiste Totò. Spenta la telecamera, è un accidente, una bizzarria della cronaca la trasformazione del mio mito in uno snob come altri, innescata forse da un imprinting di miseria mai superata. Ecco, è una transustanziazione al contrario: fuori dal set, il corpo di Cristo diventa banale pane. Per la legge del contrappasso, il massimo esponente dell'anarchia plebea diventava un aristocratico un po’ blasé, candidato perfetto per l'immortale "ma ci faccia il piacere" della maschera napoletana. Non me ne voglia, Principe, se alla sua colonia preferisco la puzzetta di cavolo di Totò (cfr La Banda degli Onesti).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa è una sua personalissima opinione, non è la regola... pertanto le rispondo che il Principe Antonio De Curtis, era un vero principe, capace di gesti nobilissimi e di una generosità immensa, mai ostentata... pertanto le dico che signori si nasce, non si diventa e Antonio De Curtis lo naque... Totò era la maschera di Antonio De Curtis, un uomo complesso, malinconico e sensibile. Un Signore come se ne vedono pochi.

Luigi Viscido ha detto...

Gentile Anonimo, ovviamente è una mia personalissima opinione.
Il succo del mio ragionamento è: di principi (d'animo, intendo) nella vita ce ne sono tanti, e oltre che ammirazione, in me non producono niente. Invece di Totò ce n'é uno, e ogni volta che lo vedo è capace di farmi passare ogni pensiero triste, e riconciliarmi con certe asprezze della vita.
Come vede, non cambierei un Totò manco per cento principi del mondo. Manco per Gandhi, giusto per dire.

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