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2008-10-06

Un male cui dare un nome

Come si dice, un'immagine vale più di mille parole. Questa foto è tratta da LaRepubblica di Napoli di ieri, ed accompagna l'articolo sullo stato del cimitero di San Marcellino, paese della provincia di Caserta.
É emblematico dell'abbandono innanzitutto morale di certe terre, con quel grido sgrammaticato di ribellione che fa tenerezza ma non provoca nessuna speranza, perché quando i deboli non sanno innanzitutto esprimersi, non c'è speranza.
Verrebbe voglia di raggiungere il paese e iniziare a insegnare ai bambini o chissà, come per certi paesi in guerra si paracadutano sulle popolazioni cibi e vestiario, occorrerebbe qui lanciare abbecedari e libri di testo, per adulti e bambini, per non lasciarli soli con un male cui nemmeno sanno dare nome.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma vuoi mettere l'efficacia di un messaggio simile atto a sensibilizzare chi commette queste oscenità in prospicienza di luoghi non abiditi a discarica piuttosto che un cartello con su scritto: "E' fatto assoluto divieto l'abbandono di rifiuti di qualsiasi natura.... pena l'ammenda di....".
Quello che si legge sul muro, per quanto sgrammaticato, risulta immediato ed efficace, mette in una situazione di disagio chi scarica rifiuti, arriva diretto a chi ha un minimo di coscienza con quel "vergona per i nostri cari" e contemporaneamente da diritto, a chiunque assista allo scempio, ad azioni singole o di massa atte a disincentivare l'azione di abbandono rifiuti.
Un cartello di tipo "istituzionale" non compreso dalla massa risulterebbe assolutamente invisibile o addirittura provocherebbe l'effetto contrario...

Per parlare alla gente bisogna parlare come la gente

Il problema dell'ignoranza è un altro discorso, non mi cadere anche tu sul "teorema di Benaltro"...

p.s. Comunque una volta mi sono ribellato alla imondizzia, sono tornato a casa tutto sporco ma non penso che abbia capito la lezione... :)

Luigi Viscido ha detto...

Caro Bruno,

1) Mica quel cartello vuole sensibilizzare chi scarica rifiuti...sai quanto se ne fotte;

2) Non ho mica chiesto cartelli a norma di legge;

3) Il problema non è la sgrammaticatura (basta ascoltare un qualsiasi parlamentare...) ma cosa c'è dietro.
E un pò ci caschi anche tu, dicendo "per parlare alla gente bisogna parlare come la gente".
E invece credo che abbiamo estremamente bisogno di persone che trovino il coraggio di voler essere migliori della gente, di non assecondarne i vizi e le pigrizie (magari per motivi elettorali e commerciali).
La gente dovrebbe capire una buona volta che il potere non ha interesse più grande che tenerla nell'ignoranza, perché essa è sudditanza. E a volte non basta manco essere con un minimo di cultura, figurarsi senza. Ma non voglio farla lunga.

Il tema di tanto in tanto torna in SV, riporto qualche post precedente:

http://www.sentitovivere.it/2007/07/la-liberazione-del-proletariato.html

http://www.sentitovivere.it/2008/04/parole-sante.html

http://www.sentitovivere.it/2008/09/gang-latinoamericane-madre-de-dios.html

Infine, riporto il bel post di Luca Sofri:

http://www.wittgenstein.it/2008/09/10/del-nostro-meglio/

Anonimo ha detto...

Caro Gigi, ho semplicemente commentato il post così come sembrava essere scritto, probabilmente errando nella interpretazione di quello che volevi dire... Magari la prossima volta, contestualmente all'articolo ci metti a fianco un elenco dei "post attinenti" così evito di commentare a sproposito :)
Cheers

Luigi Viscido ha detto...

Brunetto, il tuo commento è sempre benvenuto, perché di solito é sagace, salace e anche pugnace...Però stavolta è mendace, per quanto verace. Sarà che io a spiegarmi non son capace...

:)

Anonimo ha detto...

D'oh! mitico! (H.S.)

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