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2008-10-05

Dal Tropico all'era glaciale in infradito

Ecco, uno si è appena abituato all'idea dell'effetto serra, della tropicalizzazione dei mari e delle terre per cui i totani non saranno più gli stessi e i fichi d'india, quelli li dovremo andare a raccogliere sull'arco alpino. Non che io abbia fatto tanta fatica, è bastata la speranza di non avere più il naso freddo e moccicoso per lunghi mesi a farmi arrendere all'evenienza e pazienza per i totani.
Dicevo, uno ha appena preso le misure all'ennesima svolta epocale dopo la fine del concetto di pensione e dopo la conversione di Tremonti allo statalismo, che ti arriva la doccia gelata (etciù) della possibilità in futuro di una piccola era glaciale, a causa del fatto che il sole sta impallidendo (lo dicono i titolisti dei giornali, e al netto del crack che si fumano in redazione, ci deve essere qualcosa di vero). Che culo che ho, e perdonatemi il francesismo.
A parte il fatto che si pone il problema di che farmene ora delle centinaia di infradito e costumi da bagno accumulati in vista dei tempi cupi, avevo già immaginato il futuro - causa la congiuntura tra povertà generale e clima tropicale - vissuto in una Cuba a domicilio, magari con Tremonti barbuto a tediarci con pistolotti su "Socialismo o Muerte". Ora dovrò riformulare la visione, ma - sarà la ferale notizia, sarà l'autunno in strada, sarà il naso che ha iniziato a gocciolare già all'idea di "sole pallido" - non riesco a immaginare niente e nessuno in desolate lande ghiacciate - tranne i felici pinguini scorreggioni della Vigorsol, che il carbone attivo se l'inghiotta.

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