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2008-09-10

Certi posti che si spezzano ma non si piegano

Sono fatto un po’ così. Passatonauta. Mi piace andare in luoghi in cui il tempo non sembra essersi fermato, si “è” fermato. Per cui la vetrina di quel negozio di tessuti è esattamente la stessa dell’inaugurazione nel 1960. Idem gli scaffali, il bancone, e chissà persino i tessuti sopravvissuti a tarme e cambi di moda. Per non parlare dei proprietari. Magari, a chiudere gli occhi, puoi immaginare Totò che lotta contro Fabrizi per ammorbidire l’accertamento fiscale (cfr. “I Tartassati”).

La meraviglia non è solo nella capacità di certi posti di restituirti un’atmosfera che non hai vissuto (e come potevi mai?), ma anche nel fatto che qualcuno abbia resistito alla dittatura del Nuovo, del Ricambio, del Restyling, del Rinnovo locali. A volte, ho il sospetto che bisogna ringraziare semplicemente l’avarizia, come grazie ai documenti processuali dell’Inquisizione ci è giunto il pensiero eretico.
Non è un caso che io abbia fatto l’esempio di un negozio di tessuti. Mi piacciono i luoghi quotidiani, di un passato non troppo lontano. Perché il Colosseo è bellissimo, ma non mi fa sentire antico romano. Troppa distanza, di tempo e cultura. Vuoi mettere entrare nel vecchia drogheria di Rocco su Via Roma a Battipaglia e sentirti negli anni Trenta, un’emozione che ti faceva dimenticare l’elenco di cose da comprare? L’odore di spezie, di legni, di muffa, ah. Finché anonimi e moderni e asettici e metallici scaffali non hanno spazzato via tutto…col tempo anche la drogheria, chiusa per troppa modernità, forse. E vogliamo parlare del vecchio negozio di Spirito, cappellaio da tempo immemore sempre in Via Roma? E certe botteghe di barbieri, tra cui quelle scomparse di Ciccio Ciancio alle Comprese o di Giannino su Via Mazzini?

Nel gruppo di questi fossili viventi, nulla è impagabile come un ristorante. Non so spiegarne le ragioni. Forse perché lì più che altrove è massimo il contrasto tra “dentro” e “fuori”. Anni fa, di fronte a segnali di un’imminente trasformazione delle attività commerciale di Battipaglia, decisi di armarmi di “coraggio” e di entrare in due ristoranti che agonizzavano, si vedeva che stavano lì lì per tirare le cuoia: “Da Montella” in Via Paolo Baratta e “da Lucio” sul cavalcavia della Statale 18 (dove ora c’è Franco’s Pizza). Sembrò un po’ dare il bacio alla salma, ma riuscii a godere delle atmosfere, e dei volti degli sparuti astanti che si integravano perfettamente all’ambiente, d’epoca anch’essi. La fortuna di certi posti è pure nella fedeltà di quanti invecchiano ma non cambiano. Io sembravo un marziano, e quasi mi sentivo di dover mettere a proprio agio il resto della sala: non ero un giovane lì per infierire, ma per rendere omaggio.

Dentro questa piccola perversione passatista e decadente, il sogno era andare a cenare nella nave Concord ancorata (negli ultimi tempi cementata) sulla costa di Salerno. Vecchia dama imbarbonita, ammalata di ruggine, all’ultima spiaggia, da un po’ d’anni facevi fatica ad immaginartela al largo per un veglione d’altri tempi, come si è sempre favoleggiato e com’era facile fantasticare da ragazzini. Non ho fatto in tempo, credendo di averne sempre. E non ho avuto il coraggio dell’impresa, l’impermeabilità ad un senso del ridicolo che mi fa da compagno ogni volta che mi cimento in tali imprese. Non ho avuto la lucidità di capire che dove io vedevo un amarcord altri vedevano il tetano, che presto sarebbe stato eradicato senza risparmiare alla Concord l’ultima umiliazione dello smantellamento, mentre l’immaginazione di tanti come me avrebbe suggerito un ultimo viaggio in mare, per darle la “bella morte” di un affondamento al largo. Questo sì, un gesto d’altri tempi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma dì la verità!La mano che ha lanciato il bicchiere,era la tua!!!(riferimento al Concord)
Come mai,dopo un tuo passaggio in questi locali "d'epoca",non se ne ha più traccia.E' forse un rito?Una sorta di estrema unzione?Lo sai che Cuba,o meglio Fidel,vive nel terrore di una tua visita nel paese?Comunque,a mio avviso,il negozio più retro' di Battipaglia,è quello che sta dietro le palazzine,scendendo da p.zza S.Francesco alla prima traversa a destra,che ha battuto anche il bar del centenario(all'incrocio di Mordicchio)ristrutturato poco + di un anno fa.Per quanto riguarda l'aneddoto su"da Lucio",ti sei definito"il giovane"...ma ti ho mai detto che somigli tantissimo a Gianluca Dorelli,che,a detta di Fiorello,è l'uomo nato già vecchio?Dopo tutte queste belle parole,è meglio salutarti...cià:):)(poli)

Luigi Viscido ha detto...

1) Mi dovrai spiegare meglio dov'è il negozio retrò che dici, che andrò a dargli l'estremo omaggio.
2) Questa di Gianluca Dorelli è nuova, non me l'hai mai detto. Ma preferisco quando mi dai del Roberto Vecchioni, come hai fatto diverse volte. Forse è meglio essere un vecchio giovanile che un giovane anzianotto...e comunque resto sempre interessante! Hihihihihi!
3) Statt buon ;)

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