Oggi ho iniziato le ferie mettendo ordine e facendo pulizia tra le mie cose a casa, attraverso il classico aut aut: bidone della spazzatura - garage. Continuerò ancora per qualche giorno. In maniera feroce. Perché dovrei mettere ordine e fare pulizia nella mia vita, ma non è così facile, quindi ne fanno le spese gli oggetti. Che rubano spazio, portano polvere, suggeriscono ricordi, impongono scenari, e dunque sempre utile, la loro cernita.
Ognuno di esso, anche il più piccolo come una busta da lettere, ha subito il mio terzo grado, fatto di una sola domanda: ti utilizzerò davvero in futuro? Persino con le penne (devo ammetterlo, c'è particolare soddisfazione a buttare quelle che non scrivono...). Ho preso il mio bel cestello e, una ad una come in una visita medica sotto la naja, ne ho testato l’idoneità. Lo sfoltimento ha fatto emergere dal fondo del contenitore una moneta da cinque lire (no), una castagna abbrustolita e solidificata tipo fossile preistorico (si) e una confezione di micromine (si), che non ne usavo più dai tempi del Geometra!
Ho poco badato ai sentimenti, e ancor meno ai passati servigi. Tolto il cappello, fatto l’applauso, trattenuta la lacrima, via dalla mia vita. E non mi sono fatto prendere dalla mia solita natura riciclona: a chi potrei dare questo, come potrei riutilizzare quello: bidone o garage. Quest’ultimo frutto, tra l’altro, di una dura mediazione col mio peggior istinto, che avrebbe voluto solo il bidone. Ma come si fa a buttare nell'immondizia i libri? E il mio Mac Performa?
Ho dovuto indurire il cuore, accidenti. E fare chiarezza interiore, a cominciare dalle illusioni sul futuro e su scenari che ancora prevedessero determinati oggetti. Perché parliamoci chiaro: ma quando mai avrò il tempo di rileggere la mia collezione di Elle Decor? E quando più indosserò il jeans stracciato un po’ dovunque? Quante vite mi occorrono, solo per ripetere qualcosa che ho già vissuto? Così, più nessuna bugia a me stesso, almeno in questo. Cominciamo, da questo. Forse è un primo modo di portare sollievo ai miei giorni e alla mia mente. Primi segnali già nel mentre: più buttavo via cose, più mi alleggerivo dentro, come se le prendessi dall'interno del mio corpo. Piccolo Doraemon che aveva conservato le cose forse nella speranza di magie future. No no, via.
Davvero è stata una strage e continuerà. Per farvi capire quanto grande sia la necessità, e quanto ferma la determinazione, ho impacchettato anche pennelli, colori, tele. Non (ancora) bidone della spazzatura, però. Ah, debole che sono…
Ognuno di esso, anche il più piccolo come una busta da lettere, ha subito il mio terzo grado, fatto di una sola domanda: ti utilizzerò davvero in futuro? Persino con le penne (devo ammetterlo, c'è particolare soddisfazione a buttare quelle che non scrivono...). Ho preso il mio bel cestello e, una ad una come in una visita medica sotto la naja, ne ho testato l’idoneità. Lo sfoltimento ha fatto emergere dal fondo del contenitore una moneta da cinque lire (no), una castagna abbrustolita e solidificata tipo fossile preistorico (si) e una confezione di micromine (si), che non ne usavo più dai tempi del Geometra!
Ho poco badato ai sentimenti, e ancor meno ai passati servigi. Tolto il cappello, fatto l’applauso, trattenuta la lacrima, via dalla mia vita. E non mi sono fatto prendere dalla mia solita natura riciclona: a chi potrei dare questo, come potrei riutilizzare quello: bidone o garage. Quest’ultimo frutto, tra l’altro, di una dura mediazione col mio peggior istinto, che avrebbe voluto solo il bidone. Ma come si fa a buttare nell'immondizia i libri? E il mio Mac Performa?
Ho dovuto indurire il cuore, accidenti. E fare chiarezza interiore, a cominciare dalle illusioni sul futuro e su scenari che ancora prevedessero determinati oggetti. Perché parliamoci chiaro: ma quando mai avrò il tempo di rileggere la mia collezione di Elle Decor? E quando più indosserò il jeans stracciato un po’ dovunque? Quante vite mi occorrono, solo per ripetere qualcosa che ho già vissuto? Così, più nessuna bugia a me stesso, almeno in questo. Cominciamo, da questo. Forse è un primo modo di portare sollievo ai miei giorni e alla mia mente. Primi segnali già nel mentre: più buttavo via cose, più mi alleggerivo dentro, come se le prendessi dall'interno del mio corpo. Piccolo Doraemon che aveva conservato le cose forse nella speranza di magie future. No no, via.
Davvero è stata una strage e continuerà. Per farvi capire quanto grande sia la necessità, e quanto ferma la determinazione, ho impacchettato anche pennelli, colori, tele. Non (ancora) bidone della spazzatura, però. Ah, debole che sono…
2 commenti:
...com'è che io non ci riesco??? Qual'è il tuo trucco?
...a me poi ci pensa sempre qualche coinquilino, mia madre prima e mia moglie... poi!!!http://grantforgende.blogspot.com/2008/01/buon-anno-nuovo-e-non-buttate-troppa.html
:) Ti ho risposto sul tuo blog!