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2008-07-14

Spigolature da Affari&Finanza

Da Affari&Finanza, inserto economico di Repubblica, di oggi, riporto passi di articoli che mi hanno particolarmente colpito. A rileggerli insieme, un filo rosso sembra legarli.

Da "Così è fallito l'integralismo neo-liberista" di Joseph E. Stiglitz
Oggi è in atto una discrepanza tra interessi sociali e privati. A meno di allinearli perfettamente, il sistema di mercato non può funzionare bene. Il fondamentalismo del mercato neoliberale è sempre stato una dottrina politica al servizio di determinati interessi. Non è mai stato sostenuto da una teoria economica, né - e dovrebbe essere chiaro, ormai - è supportato da un'esperienza storica. Apprendere una volta per tutte questa lezione potrà rivelarsi il piccolo raggio di sole in una nube scura che incombe ormai sull'economia globale.

Da "Le aziende faticano a star dietro al consumatore 2.0" di Giampaolo Fabris
Lo shift del marketing dalla sua funzione (nobile) di raccordare la produzione alla domanda espressa dai consumatori a quella, invece, di trovare consumatori in grado di assorbire una produzione crescente è il surrettizio ideologico che mina tutto il sistema.

Da "Ma col calo dei consumi il segreto è saper vendere. Parla Sandro Veronesi: la sua Calzedonia ha un fatturato vicino agli 800 milioni" di Alessandra Carini
Produrre non basta: bisogna sapere come si vende e a chi. E nel mix tra saper fare e sapere vendere oggi prevale il secondo".

Da "L'export Usa in Iran embargo e sanzioni non valgono per Bush" di Arturo Zampaglione
Mentre i mercati petroliferi reagiscono con apprensione alla raffica di missili iraniani, la Casa Bianca usa i soliti toni bellicosi per stigmatizzare i test di Teheran. Ma questa volta c'è un risvolto paradossale nelle condanne di Washington (e Barack Obama ha fatto bene a rilevarlo): coincidono infatti con la scoperta che durante gli anni di George W. Bush, e quindi proprio quando il presidente denunciava l'"impero del male" e i generali del Pentagono elaboravano piani di attacco, le esportazioni del Made in Usa verso l'Iran sono esplose. In meno di 8 anni si sono decuplicate.

Da "Rifkin: Ma non è l'atomo la risposta al caro greggio"di Gianluca Sigiani
(..) non sappiamo ancora come trasportare e stoccare le scorie. Gli Stati Uniti hanno straordinari scienziati e hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all'interno delle montagne Yucca dove avrebbero dovuto restare al sicuro per quasi 10 mila anni. Bene, hanno già cominciato a contaminare l'area nonostante i calcoli, i fondi e i super-ingegneri. Davvero l'Italia crede di poter fare meglio di noi? L'esperienza di Napoli non autorizza toppo ottimismo. E questa volta i rifiuti sarebbero nucleari, con conseguenze inimmaginabili.

Da "Islanda, il calore che fa ricca l'isola di ghiaccio" di Paola Jadeluca
La vera ricchezza di questa repubblica è nella natura, tra le ricche cascate e sotto terra, nei geyeser e soffioni dell'isola che fanno dell'Islanda l'unico paese al mondo che utilizza quasi esclusivamente energia da fonti rinnovabili, geotermica o idrica. (…) "Potremmo esportare energia e venderla a caro prezzo attraverso cavi sottomarini, ma preferiamo invece attrarre qui investimenti, aziende che possono abbattere i costi dell'energia venendo a produrre qui", racconta Armi Mathiesen, il ministro delle Finanze.

Da "Stile casual e via le cravatte contro gli sprechi d'energia" di Walter Galbiati
Fu l'ex ministro dell'ambiente Yuriko Koine a lanciare l'iniziativa a giugno 2005: vestirsi in modo informale sul posto di lavoro per abbassare il consumo dei condizionatori d'aria. Portare la temperatura di tutti gli uffici del governo del Sol Levante da 26 a 28 gradi circa nel periodo tra giugno e settembre, equivale, grazie al risparmio di energia elettrica, a ridurre le emissioni di anidride carbonica di 2,9 milioni di tonnellate. Più o meno quanta ne producono 6 milioni di abitazioni in un mese.

Da un box a pag. 54
La tassa sui bastoncini di legno, per esempio, è la misura applicata dal governo cinese per salvare le foreste, ogni anno i chopstick portano via due milioni di metri cubi di legno.

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