Ci sono cose involontariamente comiche, ne facciamo esperienza ogni giorno, se ne scrivono addirittura libri. Meno comuni sono le cose involontariamente spirituali, tipo quella che sto per riferirvi. C'è da premettere che l'errore, se così vogliamo definirlo, è nei miei occhi.
Veniamo al fatto. Sabato sera entro in una piccola pizzeria d'asporto in via Roma e ordino una pizza. Nell'attesa della mia amata "napoletana", mi metto a curiosare con lo sguardo sulle pareti del bugigattolo, finchè non mi soffermo su un cartello anonimo, recante questa scritta:
Questa ditta effettua l'autocontrollo ai sensi
del d.l. 26.05.97 .....ecc.....ecc....
Non a caso ho lasciato tra le due righe una interlinea così ampia, perchè è ciò che ha confuso la mia lettura, facendomi soffermare sulla prima riga: "Questa ditta effettua l'autocontrollo ai sensi". Così, viene da immaginare un'azienda di asceti, che rifuggono dall'eccesso dei sensi: niente sesso, poco cibo, silenzio. Monaci intenti a seguire la via della rinuncia che porta a Dio.
Certo, la lettura è anche involontariamente comica, perchè confliggono il linguaggio burocratico ("ditta", "effettua") e l'aspirazione millenaria dell'uomo al governo del sè.
C'è mancato poco che non fotografassi il cartello a imperituro ricordo. Me lo ha impedito giusto la pizza nel frattempo pronta, per il mio peccato di gola serale.
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2008-07-29
La ditta ascetica
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