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2007-11-04

Cose ultime

"Pensare, in fin dei conti, non è che pensare alle cose ultime." Massimo Cacciari
Giro intorno a questo pensiero di Cacciari come intorno ad un pezzo di design di una grande firma, che ti affascina, certo, ma non ti convince fino in fondo. Non so quanto intenzionato a pensare alle cose ultime, ma meno male che qualcuno abbia "pensato" all'energia elettrica, alla pennicillina, al telefono. Forse dovremmo definire il significato di "cose ultime". Se per tali si intendono Dio, la morte, l'aldilà, il dolore, il senso profondo dell'esistenza, e se mi è concesso restringere il campo del pensare umano all'arte, Cacciari mi trova perfettamente d'accordo. Per me, fare arte non è che pensare alle cose ultime. Per cui, certe espressioni artistiche troppo occupate a stare sulla notizia, sull'evento, sul fenomeno contemporaneo, non so, non mi convincono appieno. Quelle che fanno costume, o sociologia, è come se invecchiassero presto, insieme ai tempi di cui si sono fatte paradigmi.
Il pensiero teologico che c'è dietro Michelangelo fa impallidire ogni tela dei pur per altri versi grandi futuristi. Non a caso il design, la moda, la grafica, sono impossibilitati ad "assorbire", "metabolizzare" Michelangelo mentre hanno fatto e fanno, dei futuristi, pane quotidiano. Immaginate la moda, il design, che esprimono un pensiero su Dio? Forse è questo un punto fermo in un terreno, quello di definire l'arte e i suoi confini, fatto di sabbie mobili. Se, in definitiva, un'opera d'arte non ci fa pensare alle cose ultime, non è arte, è design, è arredamento.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Cccioè ,in che senso? (alla maniera di Verdone)

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