In fondo ciò che mi manca è una chiacchiera tranquilla, meglio se sotto una striscia di cielo stellato lasciato sguarnito dai tetti (vanno bene anche stelle di città). Magari a uno di quei tavolini di bar che l'estate semina anche in stradine ignote - purché una siepetta nasconda l'azzardo di lasciare agli altri l'affanno mondano.
Sospesa ogni algebra della vita, mi manca sciogliere la parola con quella lieve ebbrezza alcoolica che colora la lingua ai poeti e la spegne ai profeti - perché l'alcool (come i poeti) lascia il futuro a chi può alzarsi in punta di piedi, perché non indica direzioni al massimo qualche vicolo cieco.
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2008-08-14
Di certe sere d'estate
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